mercoledì 25 luglio 2012

SCUSATE SE ESISTO..

Qualche giorno fa, in occasione del compleanno della mia figlia più piccola, parlavo con una mia parente. Saggia, anziana, e molto molto brava. Una donna che neanche la disabilità grave di un figlio ha fiaccato, un ottantenne che tutte le mattine, qualunque temperatura il Signore abbia deciso di mandarci quel giorno, si alza alle cinque, va dalle galline, foraggia i conigli e così via. Dunque parlavo con lei della nascita di Giorgia e ad un certo punto mi ha detto una cosa che mi ha fatto , dapprima sobbalzare, di seguito riflettere. Lei era li in ospedale quel giorno. Era dovuta e voluta venire, benché io non sia proprio una sua parente prossima (è la suocera di mia sorella) e mentre io ero in travaglio si era presentato un problema: la bambina si era "incastrata". Ora per chi non sa il significato di questo termine ostetrico, smettete di sbarrare gli occhi. Succede più spesso di quanto possiate immaginare. Non sto qui a dilungarmi sul significato di ciò che non ho voglia e poi non posso fare tutto io, insomma il dolore era già di per se intenso, aumentato dall'ansia per la piccola e se devo dirla tutta anche dalle mani dell'ostetrico. Ma io non urlavo. Lei l'altro giorno mi fa: "sembravi un attrice","perchè un attrice?" ho risposto, ma senza offendermi, perchè con Elisa non mi offendo mai. " perchè ti lamentavi  piano, come se non ti facesse tanto male, ma io lo so perché non urlavi...fuori dalla stanza c'erano le tue figlie. Non ti volevi far sentire mentre soffrivi." Era così. Ho partorito Giorgia alle 4 del pomeriggio, dopo più di 4 ore di travaglio. Le mie figlie erano già grandi ed erano volute venire in ospedale, fuori dalla sala travaglio c'erano delle sedie e loro erano li, le avevo sentite chiedere di me. Tra una contrazione e l'altra le avevo fatte entrare un secondo e le avevo rassicurate, mentendo, sul fatto che quella volta soffrivo meno perchè era il mio quarto parto...oramai sapevo bene la tecnica. Avevo cercato di proteggere le ragazze dal sentirmi soffrire e non mi ero preoccupata di urlare,  perché porco giuda,  ne avrei avuto tutto il diritto. Io ero passata in secondo piano. Ma fino a che questo "mettersi dopo" lo faccio con i miei figli ci sta. Il fatto è che io mi metto sempre in secondo piano. Io do sempre la possibilità a chiunque di prevaricarmi. E semmai me ne accorgo, perché cazzo ora ho 48 anni e quindi a volte me ne accorgo, faccio fatica a ristabilire parametri giusti. Ho sempre messo davanti i miei difetti,li elenco,  li sviscero dando così la possibilità a chiunque lo voglia di impararli a memoria e tirarli fuori al momento giusto.." e ma lo dici pure tu che sei così e così...!" Ora però piano piano ho imparato sto imparando a non porgere sempre l'altra guancia. Evito accuratamente le persone che hanno approfittato di questa mia debolezza, anche quando queste persone mi sono molto vicine, nel senso che mi sono parenti. Li amo, ma ora vedo anche i loro di difetti e non solo i miei. Li frequento quando voglio senza dover per forza accettare i loro inviti, che si trasformavano ogni volta in processi sulle mie scelte. Sopratutto perché io poi non giudicavo mai le loro di scelte. E se ve la devo dire tutta qualche giorno fa ho detto per la prima volta in vita mia ad una persona di queste: fatte i cazzi tua.

lunedì 23 luglio 2012

CERTE VOLTE

Certe volte mentre lavoro,
mentre stiro,
mentre cerco di dormire la sera,
mentre guido nel traffico,
mentre sono sul treno o sul bus,
mentre cucino,
mentre leggo,
mentre sono in bagno,
mentre mi lavo sotto la doccia,
mentre cerco di capire cosa scrivere in un messaggio,
mentre leggo un post bello o divertente,
mentre passo la cera,
mentre firmo le raccomandate,
penso a quello che vorrei scrivere qui.



giovedì 19 luglio 2012

" TU COME STAI?"

Era l'estate del 1979 e io avevo un registratore bianco. La cassetta  girava in continuazione e oramai avevo imparato bene come sfilarla piano dal registratore, infilare la matita e riavvolgere il nastro. La voce di Claudio Baglioni riempiva la mia camera, e io cantavo con lui. "Tu come stai?" era la canzone che più di tutte sapevo a memoria, la cantavo a squarciagola fino all'urlo di mia madre che mi costringeva ad abbassare il volume. Il pomeriggio passava lento, nel cortile del mio palazzo non si sentiva un rumore e io non vedevo l'ora che la vita cominciasse a scorrere, piano piano. La tenda che riparava dal sole in cucina veniva tolta nel tardo pomeriggio e allora tornava un po di fresco. La nonna aveva sempre della verdura da pulire e il mio compito era di aiutarla. Quel pomeriggio toccava ai fagiolini. " che c'hai Irè?"  " niente nò perchè?" " a me nun me la fai piccolè..nun pe gnente te chiami come me..semo uguali io e te, se ce gira ce se legge n'faccia" Il viso era rugoso ma gli occhi erano limpidi. Mia nonna non mi leggeva in faccia ma nel cuore. Abbassai il tono e dissi a mezza bocca: " me piace uno... er fatto è che io non lo so se je piacio...me guarda, me sorride..certo che bello è bello...ieri c'aveva un paro de ginz blu a nonna, stavo a stenne li panni poco ce manca che casco de sotto. S'è girato e m'ha sorriso.." "Vedi Irè, io l'avevo capito che te piace er meccanico qua sotto...nun pe gnente ogni tre per due scenni...na vorta vai a pja er pane, che poi ce tocca regalallo a Sora Elisa pe le galline, na vorta manca er latte, che lo pij solo tu e t'ho visto svotà la busta nel lavandino avanti ieri, na vorta na cosa na vorta l'altra..nun ce vo na scienza pe capì certe cose...e poi te ripeto, sei come me. Te conosco bene." " Oddio nò nun è che se nè accorto pure papà? quello me chiude drento casa.."
"Seee bonasera... vedi piccolè tu padre è n'omo. In quanto tale è creatura semplice..se le cose nun gliele sbatti n'faccia nun le vede. E te sto a parlà de mi fjo..Lo sai quanno n'omo drizza le recchie? quanno è attento, o se accorge de quarcosa? Quanno la materia je nteressa. Ora io so vecchia però l'occhi ce l'ho ancora boni. Tu a quer pischello je piaci e l'ho visto puro io che ogni tanto tira no sguardo sopra pe vedette. Me ce so ncontrata co l'occhi e è diventato tutto rosso..quindi" " Ma che davero nò? oddio allora non è che me lo sognavo io..Susanna, che er fratello suo lo conosce bene, dice che abita a Zagarolo, se chiama Tommaso e c'ha dicinn'ovanni...ma che dici che devo da fa?"
" Gnente..paro paro. E' n'omo? E allora la prima mossa tocca a lui se davero je n'teressi. Tu statte ar posto tuo, puro perchè daje e daje allora tu padre davero s'accorge e te chiude. Tu piccolè nun da confidenza, nun lo guarda, almeno nun te fa accorge, e tira pe la strada tua. Se so rose fioriranno. Io a tu nonno jo fatto tirà er collo pe n'anno...cor comodo mio..anche se te la devo di tutta c'avevo paura che se stufasse...ma na vorta nun era come mò..e quanno me faceva scenne mi madre da sola?? S'annava in campagna tutti insieme e tutti insieme se tornava, nonno s'è dovuto vendemmia na vigna pe chiede a mi padre se me poteva parla...e tu nonno faceva er fabbro!" La nostra conversazione fu interrotta dall'arrivo di mia madre.
Mentre pulisco i fagiolini  mi torna in mente quel pomeriggio di tanti anni fa, e mia nonna. Aveva un modo incredibile di dirmi le cose, era la mia confidente, la mia migliore amica, la mia colonna. Mi difendeva, mi proteggeva ma non mi lesinava rimproveri quando , come tutti i giovani, esageravo. Mentre lavo i fagiolini sorrido a quei ricordi. " Che c'hai da ride Irè?" "niente Tommà... m'è venuta in mente nonna".

martedì 17 luglio 2012

fatelo voi se siete capaci

Ieri abbiamo installato la  nuova tv io e mia figlia. Senza  alcun ausilio di un uomo. Che di solito quando fa ste cose bestemmia, beve sei birre e devi stare li a guardare e non parlare. Ora lo so che i più maschilisti di voi già dicono: "e che ci vuole oggi come oggi...sti televisori hanno solo due spine da attaccare!" Vero. Ma ci vuole  l'umiltà di una donna andare su google e cercare il significato di "presa scart " e noi lo abbiamo fatto.

mercoledì 11 luglio 2012

UNO STRANO INCROCIO..

Ora io ho un cane. Fin qui niente di strano, quanti di noi hanno un cane? Il fatto è che di strano c'è il mio cane. E' un cane normale, come tutti i cani, un muso, due orecchie , una coda e quattro zampe (corte), ha però delle caratteristiche che testè vi vo a descrivere. Innanzi tutto una delle sue ave si sarà accoppiata incredibilmente  con un canguro. Fa dei salti che ti arriva in faccia, anche solo perchè hai sfiorato il guinzaglio. E siccome il suo guinzaglio si trova vicino alla porta d'ingresso, non vi dico le facce degli incauti visitatori che andando via si trovano, per sbaglio, a toccarlo. Molti hanno baciato in bocca Nerone. Si Nerone è il nome del mio cane. Nero per gli amici e i famigliari, io sono la mamma. Ora avete anche indovinato il colore del mio cane. Ci sono due cose per cui va pazzo. Una sono i palloncini. Anche solo vedere il pacchetto comincia a guaire. Poi una volta gonfiato il palloncino lui lo rincorre e cerca, spessissimo con successo, di non farlo esplodere. Chiude il palloncino ad un angolo, lo afferra con le zampe anteriori e mastica pianissimo il nodino che serve a chiuderlo. Ha affinato la tecnica sapete? Le prime volte gli esplodeva sul muso, tornava e voleva un altro palloncino. Il colore preferito è l'arancione,  per cui ogni volta che compro i palloncini a Giorgia mi tocca essere sicura che dentro ce ne siano almeno due arancioni. Un altra cosa per cui ci stramazza le palle sono le mosche o le api...come ne vede una che entra dentro casa comincia a rincorrerla saltando come un pazzo, cadendo una volta sul tavolino del salottino, una volta sbattendo la testa sulla porta-finestra della cucina e via dicendo. Fino a che non la prende al volo. Poi la mastica un po, la risputa in terra e osserva con sguardo maniacale l'agonia dell'insetto. Se qualcuno di noi si avvicina..ringhia. O no, non pensate che sia un cane aggressivo. Mai stato. Non ha mai morso a nessuna creatura vivente. A meno che questa creatura non sia un ape o una mosca e quel giorno abbia deciso di farci visita.  Un altra caratteristica di nero sono gli occhi. Deve aver fatto il provino, a nostra insaputa, del cartone animato "Sherk"  o come si chiama. Perchè rifà paro paro gli occhi teneroni del gatto con gli stivali. Ci manca poco che mette le zampe a preghiera ed è lui. Questa scenetta si ripete due volte al giorno all'incirca. Pranzo e cena. E siccome gli viene di un bene che se lo vedono al cinema lo prendono, riesce ad ottenere dei bocconcini, poi ringrazia con una leccata de faccia che ti fa lo scrub. Questo è il mio cane. Volevo che conosceste anche questo membro della famiglia. Che razza è chiedete? Un incrocio. Fra un bastardo e un infame.

venerdì 6 luglio 2012

mi mancano delle app

Perché le farmacie hanno le insegne più strabiliose di tutti i negozi? 
Perché non capisco mai mai cos'è il fuorigioco?
Perché quando leggo qualcosa di intellettuale faccio una certa fatica (molta) a capire?
Perché quando mi spiegano le strade non capisco mai le indicazioni e mi perdo? 
E perché non capisco le cartine stradali e ho tanta (troppa) difficoltà con il navigatore?
Perché quando leggo le istruzioni del mio condizionatore riesco a malapena a capire on-off?
Perché quando sono sul bus o sul treno cerco di capire le conversazioni degli altri, che tanto non me ne frega niente e dimentico tre secondi dopo?
Perché piango se rivedo una scena che ho già visto e per cui ho già pianto?
Perché mi rileggo i messaggi che mi hanno fatto piacere e sorridere e mi fanno ancora piacere e sorrido ancora?
Ok mi mancano delle app